Il cavallo di Troia
Così come narrata nell’Iliade,la guerra di Troia ebbe inizio a causa del rapimento di Elena, regina di Sparta, ritenuta la donna più bella del mondo, per mano di Paride, figlio di Priamo, re di Troia.
Il re Menelao,marito di Elena,per vendicare l’offesa subita,chiede l’aiuto di Agamennone, suo fratello e re di Micene e di Argo, e di tutti gli altri principi Achei.
Il re Menelao,marito di Elena,per vendicare l’offesa subita,chiede l’aiuto di Agamennone, suo fratello e re di Micene e di Argo, e di tutti gli altri principi Achei.
La flotta salpa verso Troia dove ha inizio l’assedio.
I Troiani resistono per nove anni,ma nel decimo Troia viene conquistata grazie all’astuzia di Ulisse,il re di Itaca.
Ulisse infatti,fa costruire un grande cavallo di legno,il cavallo di Troia, nel ventre del quale nasconde i più valorosi guerrieri achei.
Ricerca di Matteo e Paolo
La città di Troia, dopo 10 anni di inutile assedio, venne infine conquistata grazie ad un inganno concepito da Ulisse: un gigantesco cavallo di legno, animale sacro ai troiani.
La straordinaria macchina da guerra venne costruita da Epeo con il legno recuperato dal boschetto sacro di Apollo e vi fu scritto sopra: “ I greci dedicano questa offerta di ringraziamento ad Atena per un buon ritorno”. All’interno del cavallo vi erano, però, i più valorosi guerrieri greci, guidati da Ulisse.
Quando i troiani videro che i greci se ne erano andati, credendo che la guerra fosse finita, trascinarono il cavallo all’interno delle mura della città, nonostante gli avvertimenti di Laooconte e della profetessa Cassandra, che non vennero creduti.
Laooconte fu perfino divorato da alcuni serpenti usciti dal mare. La spia greca Sinone convinse il re Priamo, che il cavallo era un regalo, segno di pace. Durante la notte, mentre i troiani dormivano, i greci uscirono dal cavallo e aprirono le porte della città ai propri compagni, che erano di nuovo sbarcati sulla spiaggia di Troia dopo essersi nascosti, con le proprie navi, dietro la vicina isoletta di Tenedo.
Gli eventi del conflitto, che si svolse presumibilmente intorno al 1250 o 1194 a.C., nell’odierna Turchia, ci sono noti grazie ai poemi epici dell’Iliade (che si conclude con il funerale di Ettore, ucciso da Achille e tratta dei fatti relativi all’ultimo anno della guerra) e nell’Odissea di Omero (che narra la conquista di Troia e il viaggio di Ulisse per tornare in patria).
Il racconto, però, viene ampiamente riferito nel secondo libro dell’Eneide di Virgilio. Enea, principe ed esule troiano, lo racconta infatti alla regina di Cartagine, Didone, che lo stava ospitando in una delle tappe del viaggio che lo porterà infine a sbarcare sulle coste del Lazio, dove diventerà il capostipide della genealogia che avrebbe fondato Roma.
La storicità della guerra di Troia è ancora oggi oggetto di discussione. Alcuni pensano che dietro gli scritti di Omero, ci sia un fondo di verità e che l’antico poeta abbia voluto raggruppare, in un unico conflitto, vicende di guerre ed assedi diversi succedutesi nel periodo della civiltà micenea.
Altri studiosi pensano perfino che Omero non sia mai esistito e che l’Illiade e l’Odissea siano opera di autori diversi.
Nel 1870 l’archeologo Henrich Schlimann ritrovò le rovine della città di Troia e il cosidetto “tesoro di Priamo” sulla collinetta di Hissarlik, in Turchia.
Basandosi sui poemi omerici, scoprì che dei nove strati ritrovati della città, il settimo risaliva alla guerra di Troia, databile intorno al 1220 a.C.. Oggi molti studiosi concordano sul fatto della guerra tra greci e troiani sia realmente accaduta, anche se dubitano che gli scritti di Omero narrino fedelmente la vicenda.
Quanto all’origini della guerra esse vanno riportate, secondo la leggenda, al timore di Zeus di essere detronizzato da uno dei suoi tanti figli (semidei) avuti dalle diverse relazioni con donne mortali e trovò un sistema per sbarazzarsi di loro.
La storicità della guerra di Troia è ancora oggi oggetto di discussione. Alcuni pensano che dietro gli scritti di Omero, ci sia un fondo di verità e che l’antico poeta abbia voluto raggruppare, in un unico conflitto, vicende di guerre ed assedi diversi succedutesi nel periodo della civiltà micenea.
Altri studiosi pensano perfino che Omero non sia mai esistito e che l’Illiade e l’Odissea siano opera di autori diversi.
Nel 1870 l’archeologo Henrich Schlimann ritrovò le rovine della città di Troia e il cosidetto “tesoro di Priamo” sulla collinetta di Hissarlik, in Turchia.
Basandosi sui poemi omerici, scoprì che dei nove strati ritrovati della città, il settimo risaliva alla guerra di Troia, databile intorno al 1220 a.C.. Oggi molti studiosi concordano sul fatto della guerra tra greci e troiani sia realmente accaduta, anche se dubitano che gli scritti di Omero narrino fedelmente la vicenda.
Quanto all’origini della guerra esse vanno riportate, secondo la leggenda, al timore di Zeus di essere detronizzato da uno dei suoi tanti figli (semidei) avuti dalle diverse relazioni con donne mortali e trovò un sistema per sbarazzarsi di loro.
Ordinò così a Teti di sposare il vecchio re Peleo, invitando tutti gli dei tranne Eris, dea della discordia, che, adirata, gettò una mela d’oro con la scritta: “alla più bella” generando conflitti tra le varie dee: Era, Atena ed Afrodite.
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Fu proprio Achille che avrebbe ucciso Ettore figlio di Priamo, facendo sfregio del cadavere, di cui Priamo chiese supplice la restituzione. Paolo e Matteo
Particolari di alcune ricerche
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Cecilia |